Il disegno delle piazze porticate in Piemonte. Le nuove "porte" della città ottocentesca

Nel volume sono raccolti i risultati della ricerca che ha ricevuto il Premio "Giovani Ricercatori" del Politecnico di Torino. Si tratta delle piazze porticate in dieci città minori del Piemonte. Tali invasi costituiscono oggi un prestigioso luogo di ritrovo, nobilitato dai fornici che disegnano il limite tra lo spazio coperto e quello esterno, e altresì la memoria urbana di un momento storico ben preciso, quello dell'espansione della città oltre le mura. A partire dall'età napoleonica, l'abbattimento delle antiche fortificazioni intorno al nucleo delle più importanti città piemontesi determinò infatti l'esigenza di ricostituire un prestigioso perimetro urbano, ricucendo il tessuto preesistente con le nuove aree d'espansione. Nei punti d'accesso al vecchio centro sorsero piazze che, attraverso spazi e architetture di ricercato decoro, dovevano sostituire le antiche porte nella funzione di ingresso aulico. Il volume tratta il fenomeno in dieci città del Piemonte, attraverso la lettura comparata tra rilievo diretto e documentazione storico-archivistica. Nell'area "cisalpina" PIA DAVICO analizza i casi di Ivrea, Pinerolo, Cuneo, Alba, Asti; nell'area "di influenza lombarda" CRISTINA BOIDO studia i casi di Acqui, Alessandria, Tortona, Vercelli, Novara. Ogni complesso porticato è stato rilevato e disegnato in diverse scale, onde leggerne i caratteri morfologici e formali odierni, rapportandolo al contesto insediativo circostante, secondo i metodi propri del Rilievo Urbano. I disegni sono accompagnati da una raccolta fotografica originale e da una ricca documentazione archivistica, utile per trarre dalla storia le ragioni dell'attuale consistenza formale e simbolica di luoghi emblematici per il decoro delle città. Il volume si pone in continuità con il lavoro precedente sui percorsi porticati torinesi, confluito nel volume Il disegno dei portici a Torino. Architettura e immagine urbana dei percorsi coperti da Vitozzi a Piacentini, a cura di DINO COPPO e PIA DAVICO, (Celid, Torino 2001). Mancando nel caso dei centri minori la ricca storiografia presente per Torino, in questo caso si é reso necessario indagare in parallelo lo stato attuale e le fasi di trasformazione dei nuclei cittadini, per leggere il nesso tra la storia di ciascun luogo e l'assetto urbanistico ed architettonico tuttora presenti. I dati raccolti attraverso le ricerche storico-archivistiche hanno infatti permesso di individuare le ragioni della collocazione e della conformazione delle varie piazze porticate e inoltre di comprendere le mutue influenze tra la creazione dei nuovi invasi e la riplasmazione del contesto urbano. Dalla conoscenza di tali relazioni trova giustificazione la scelta di analizzare non solamente le piazze realizzate, bensì anche quelle realtà interessate nell'Ottocento da progetti di trasformazione poi non attuati. Ne consegue un'impostazione del lavoro indirizzata a conoscere le architetture e le tipologie delle piazze con veste ottocentesca, che lega altresì questi esiti materiali all'ampio dibattito culturale che nel XIX secolo ha originato la città modern